L’impotenza dal punto di vista delle donne.

da | Sessualità

Problemi sessuali maschili nella coppia.

Sono i problemi sessuali a far entrare la coppia in crisi o è la crisi di coppia che causa i problemi sessuali?

Iniziamo con qualche numero…

L’Associazione Matrimonialisti Italiani ha condotto una ricerca dalla quale emerge che il 30% delle coppie non pratica rapporti sessuali e il 20 % arriva a chiedere la separazione.

Alla base della maggioranza delle crisi di coppia si trovano dei problemi sessuali, o meglio, dei veri e propri disturbi sessuali, almeno così sembra.

Questo porta ad un numero importante dei matrimoni chiamati “bianchi”, dove non ci sono rapporti sessuali o c’è la mancanza della penetrazione ma la relazione di coppia è idilliaca.

Al contrario può accadere che un problema sessuale possa mandare in crisi la coppia.

Seguimi…

Molte donne esordiscono con frasi del tipo: “il mio uomo credo mi tradisca”, “ha un’altra”, “non c’è dubbio”, “non mi ama più”, “non mi desidera più”, “sai a letto non facciamo più niente perché con me non ha più neanche l’erezione”, si creano così delle credenze relative alla persona che abbiamo accanto tralasciando un piccolo dettaglio, la possibilità di essere davanti ad un disturbo sessuale.

Proprio così.

E no! Non è che se prima funzionava adesso deve funzionare allo stesso modo.

La verità?

Può accadere.

Nella maggior parte dei casi stiamo parlando di un uomo che ha il problema della Disfunzione erettile, più comunemente conosciuto con il termine “impotenza”.

Sai la cosa peggiore qual è?

Che oltre il danno c’è la beffa!

Infatti molto spesso questo problema sessuale viene frainteso dal partner, finendo per alimentare dubbi su se stesso, sull’altro e sulla relazione.

Ricorda che i disturbi sessuali non coinvolgono solo te! 

Frequentemente s’innesca nella mente del partner “sano” il tarlo del tradimento, dell’amante, del non essere più amati, più desiderati e desiderabili.

Paranoie?

La via è quella. La mente si riempie di tutta una serie di false credenze e dubbi che se non riconosciuti e smontati si trasformano in vere e proprie paranoie che portano alla fine della relazione e alla distruzione della propria autostima.

C’è poi un altro scenario: se invece fosse che alla base dei disturbi sessuali troviamo una coppia che non funziona?

La mia esperienza professionale mi ha portata a non sottovalutare mai le dinamiche di coppia.

Ci sono donne che sono geneticamente programmate per essere rompiscatole, sono quelle che io definisco “castranti”. 

Agiscono puntualizzando, rinfacciando e recriminando quotidianamente il loro partner anche davanti agli altri. Questo sentirsi continuamente svalutato, oppresso e pubblicamente “castrato” porta l’uomo a perdere il desiderio e l’eccitazione sessuale nei confronti della donna o in altri casi ad avere rapporti orientati solo alla propria soddisfazione. 

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Le parole sono lo strumento più potente che la persona possiede, ma le parole, come una spada a doppio taglio, possono mutilare così come guarire.

Bernard Lown

Amore e guerra: tutto è lecito! Forse…

Le relazioni finiscono, questo è un dato di fatto.

A volte però accade che la donna alla fine della relazione sferra il colpo finale per vincere la guerra e far soccombere l’uomo che ha davanti e che vuole annientare, riuscendoci per giunta.

Sai come?

Pensaci…

Ogni volta che all’interno della coppia si accende un conflitto, quali sono le armi che vengo utilizzate?

Ebbene si, sono proprio loro: le parole.

La verità è che anche quando vogliamo stare insieme riusciamo a realizzare i peggiori disastri comunicativi.

Figuriamoci quando tutto è finito, quando l’amore lascia il posto al risentimento o peggio.

Insomma siamo entrati in guerra!

E come recita un antico proverbio: in amore e in guerra tutto è lecito.

Arriva così il colpo letale sferrato dall’ex:

“Sai parlavo con le mie amiche l’altro giorno e dai loro discorsi ho capito che io in tutti questi anni con te non ho mai provato il vero piacere, credevo che funzionassi a letto ma invece mi sbagliavo, perché il piacere che le altre mi descrivono tu non me l’hai mai fatto provare. Non funzioni così bene a letto, come credevo e non mi hai mai soddisfatta fino in fondo.”

Queste poche parole sono sufficienti per inserire nella mente dell’uomo un dubbio che a breve si trasforma in una sola certezza: “fallimento”!

Proprio così, è tutto vero.

Le donne possono essere spietate, soprattutto se ferite e arrabbiate. Ma soprattutto loro sanno dove colpire.

Ed è così che inizi a pensare che forse ha ragione, forse il tuo calo di erezione è qualcosa che ti porti dietro da sempre e magari tu non c’avevi fatto caso.

Forse davvero il tuo pene non è turgido al 100%. 

Qualunque sia la critica che viene mossa,  da adesso inizierai a farci caso, a prestare attenzione alla potenza della tua erezione.

E accade una cosa davvero strana.

Adesso che ci presti attenzione, davvero la tua erezione non arriva e più cerchi di alzare la tua asta più si abbassa.

Un maleficio ti è stato lanciato e adesso subisci la condanna.

Ma cosa sta accadendo?

Non ci puoi credere, stai diventando impotente.

Soffri anche tu di questa orribile malattia!

La spada s’innalza quando il sesso è senza pensieri.

L’impotenza o se vogliamo dirla con un termine meno popolare “disfunzione erettile” è la difficoltà di ottenere o mantenere l’erezione durante l’attività sessuale.

Com’è possibile?

Lascia che ti spieghi.

Può accadere che in battaglia, da valoroso cavaliere quale sei, nel momento dell’attacco vai a sguainare la spada ma resti con l’impugnatura in mano oppure la spada c’è, o meglio c’era, era pronta ed affilata ma durante l’incontro la perdi.

Come possiamo spiegarlo?

Come si arriva al disturbo sessuale?

A seguito di una défaillance, inizi come prima cosa a metterti alla prova, prima con i ripetuti rapporti sessuali e poi, quando la défaillance si ripete, vai di forza con l’autoerotismo.

Ma esattamente sei consapevole del meccanismo che metti in atto?

Ad ogni incontro sessuale porti la tua attenzione al tuo pene.

Proprio così.

Ti concentri mentalmente e cerchi di controllare la tua erezione, sia per ottenerla che per mantenerla.

Lascia che ti spieghi.

Questo tuo processo cognitivo volontario inibisce il naturale e spontaneo eccitamento necessario per mantenere o ottenere l’erezione.

Ed è così che il dramma si ripete: nessun segnale di vita nei Paesi Bassi.

E proprio mentre laggiù tutto tace, realizzi che l’eccitazione mentale non corrisponde all’eccitazione fisica.

Corpo e mente non sono più in sintonia.

E cosa accade?

Accade che inizi a pensare, a dubitare, a rimuginare e finisci in un pericoloso circolo vizioso di timori, dubbi e insicurezze che ti trascinano in un labirinto mentale dal quale non ne esci più.

Insisti nel metterti al prova, ma così facendo provi solo il tuo fallimento.

La prima cosa che pensi è: ho un problema fisico.

Anzi è quello che tanto speri in cuor tuo.

Tuttavia, il dato se vogliamo più sconcertante, è che solo un 30% dei problemi di impotenza è legato a cause organiche.

Un brutto colpo vero?

C’è però una bella notizia, se da un lato l’impotenza è la problematica sessuale maggiormente vissuta dagli uomini, dall’altro lato è anche quella che si risolve più velocemente.

Lascia che ti dica una cosa.

Secondo il senso comune la forza e la virilità di un uomo viene misurata con la potenza della sua erezione, tutti si sono confrontati nello spogliatoio almeno una volta.

Sapere che questo dramma dipende da noi e dalla nostra testa, risulta inaccettabile, quindi meglio che il colpevole di questa disgrazia sia il caro e vecchio destino crudele, che ci ha portati ad avere una malattia organica.  Anche perché secondo la logica lineare se abbiamo sempre funzionato e adesso la nostra lunga spada lucente è diventata un fioretto, capisci bene che il primo legittimo pensiero è “ho una malattia!”.

Medicina aiutami tu!

Il rifugio sicuro della medicina sembra essere l’unica via perché quello che tutti gli uomini fanno è pensare ad una causa organica. Ed è così che inizia l’iter, anche ospedaliero, alla ricerca del responsabile.

E indovina?

Esami clinici, visite e analisi accurate hanno tutte lo stesso risultato: negativo!

Non riesci a crederci.

Guardi il medico con aria affranta.

Tanto che il medico di ti dice che devi solo stare tranquillo, non c’è niente che non va. Tuttavia, la pillola magica te la prescrive comunque.

Tu pieno di speranza prendi la ricetta, vai in farmacia e finalmente la pozione magica è tra le tue mani.

Sicuro di te prendi la pillola e sei pronto per sfoderare la tua arma potente e vincente! Un ultimo controllo e niente da fare: non funziona!!!

Adesso si che ti senti condannato e malato.

La cosa peggiore è che fallimento dopo fallimento ti convinci che non ce la puoi fare, così rinunci ad avere una relazione, rinunci alla vita, rinunci a te stesso.

Puoi ben capire quanto a questo punto, dopo che anche la stampella chimica non produce la magia, ti puoi sentire davvero disperato e a breve condannato.

Proprio così.

Quella che ti è stata venduta come la soluzione definitiva e rapida si è rivelata solo un patetico tentativo che ha peggiorato le cose.

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I medici sono uomini che prescrivono farmaci, di cui sanno ben poco, per curare malattie, di cui sanno ancora meno, di uomini di cui non sanno nulla del tutto.

Voltaire

Sesso per forza!

Il peso emotivo è molto importante quando l’uomo in questione è alle sue prime esperienze sessuali o ancor peggio il sesso ha lo scopo di procreare.

Spesso poi è la partner che in solitaria autonomia ha deciso che è ora di allargare la famiglia, mentre l’uomo pensa solo alla partita di calcetto e non si vede alle prese con i pannolini.

In queste situazioni l’avere successo non riguarda solo la nostra performance ma anche le aspettative e la finalità secondo cui ci muoviamo.

Questo è un forte accelerante che innesca il circolo vizioso per cui, mi impegno a tal punto da riuscire nel migliore dei modi e più mi impegno meno ci riesco, e proprio perché per me è così tanto importante, che realizzo ciò che tanto temo, ovvero non riesco in quello che dovrebbe essere tanto naturale.

Proprio così.

Desiderio, eccitazione, l’intera sessualità è spontanea e nel momento in cui vogliamo produrla volontariamente o peggio vogliamo controllarla, finiamo con l’ottenere l’effetto contrario. 

Una parentesi importante deve essere aperta per coloro che sono alle prese con la loro prima esperienza sessuale di coppia. Frequente è la sensazione di imbarazzo, fino ad arrivare a stati emotivi caratterizzati da un’ansia crescente che porta al tilt e non permette l’erezione.

Negli ultimi anni, si è riscontrata tra la popolazione una variazione delle credenze legate alle performance sessuali, ovvero si sono create nella mente dei ragazzi delle aspettative verso la propria capacità di prestazione sessuale che sono irreali.

Le nuove generazioni e non solo, utilizzano internet per ricercare informazioni in merito a ciò che non si conosce e che ci interessa particolarmente. I ragazzi che si affacciano al mondo sessuale attraverso le porte virtuali sono sottoposti alla visione di performance di attori che attraverso l’inganno dei mezzi tecnologici risultano degli Adoni.

Proprio così…

Mi dispiace deluderti ma tutto ciò che viene postato o caricato sul web ha dei livelli performativi che vanno sopra qualsiasi umana aspettativa.

Si chiamano attori!!!

Per una prestazione di pochi minuti ci vogliono numerose scene.

Pensaci…

Nella sessualità di tutti i giorni invece?

Proprio così…

Per forza di cose: buona la prima!!!

La disfunzione erettile nella mia vita. 

Ebbene si, sono una donna.

Sessuologo di sesso femminile, che tratta nello specifico i problemi sessuali maschili.

Dai Rita, ma cosa ne puoi sapere tu?

Hai ragione, non posso sapere come ci sente, al limite lo posso immaginare. C’è una cosa che però posso fare e anche molto meglio di tanti uomini. Posso mostrarti il punto di vista delle donne e di come questo mi abbia portata a trovare una soluzione a questo problema esclusivamente maschile.

Lascia che ti racconti. 

Per capire come e dove nasce il mio particolare interesse per il trattamento della disfunzione erettile maschile, devi fare insieme a me un tuffo nel passato.

Era il 2015.

Una giovane donna entra nel mio primo studio, una stanza davvero piccola ma molto luminosa e accogliente, sai all’inizio della professione solo questo potevo permettermi.

Anna (nome di fantasia) mi racconta era stata lasciata da poco e che non riusciva a togliersi quel giovane uomo dalla testa. Lei che era alla costante ricerca del principe azzurro, aveva conosciuto questo uomo e si era innamorata. Lui che si mostrava come “l’uomo che non deve chiedere mai”, era stato trasferito e al contempo per uno strano scherzo del destino la mamma di lei ebbe problemi di salute.

Anna si trova così davanti ad un bivio: seguire il suo amato al nord o sacrificare, mettere in pausa la sua vita, per aiutare la famiglia.

Uno dei valori della vita di Anna era proprio la famiglia e quindi la scelta non fu così tormentata. Tuttavia lo stesso valore era di lui, che al suo: “devo andare”rispose con:”Mi stavo innamorando di te”.

Anna sapeva che questo stare lontano non sarebbe durato a lungo, aveva solo chiesto di aspettarla. I mesi passarono e i due continuarono a vedersi come meglio potevano ma i chilometri erano davvero tanti.

Finalmente arrivò il momento, per Anna tutto si era sistemato e nel migliore dei modi. Così riprese in mano il telefono e scrisse il messaggio che tanto desiderava di inviare: “Tutto si è sistemato, sto tornando a casa.”

Purtroppo per lei, la risposta al messaggio fu una pugnalata: “Ho incontrato una donna e voglio continuare a frequentarla.”

Il resto lo puoi ben immaginare. 

Fino a qui niente di nuovo.

Seduta dopo seduta lei continuava a parlare di lui, definendolo nello specifico “l’amante perfetto”.

All’inizio non diedi importanza a questa sua definizione. Del resto non avevo motivo. Le nostre sedute proseguivano, così come il nostro lavoro sull’elaborazione del lutto amoroso e la ricostruzione della sua autostima.

Tuttavia, nonostante Anna riprese la sua vita e i suoi incontri, utilizzava sempre lui come metro di paragone. In particolare questo accadeva solo per la prestazione sessuale.

Onestamente non ho indagato a livello di prestazione sessuale, perché non era necessario ai fini del nostro obiettivo terapeutico.

Tuttavia quando Anna mi disse che non riusciva a spiegarsi come mai proprio lui fosse il suo “piacevole metro di paragone”, mi incuriosì.

Sai perché?

Lui in realtà, a volte soffriva di mancanza di erezione ma comunque riusciva a compensare.

L’immagine che mi veniva descritta era di un uomo sicuro di se, per niente in imbarazzo, totalmente concentrato su di lei, sorridente ed accudente. Mai una parola i due avevano speso per il problema sessuale, che restava così in penombra.

C’è da ragionarci…

Ed io l’ho fatto.

Stavano vivendo una sessualità senza pensieri.

Forse il segreto è proprio questo: non parlare e continuare a prenderti cura dell’altro comportandoti come se non ci fosse il problema.

Questo è stato il mio input per cercare di aiutare gli uomini a diventare il “piacevole metro di paragone per ogni donna”.

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Il dettaglio fa la differenza: il mio puzzle personale.

La sessualità è parte integrante e fondamentale della nostra vita.

Grazie al costante studio e alla continua ricerca ho strutturato un percorso unico che possa aiutare definitivamente le persone che soffrono di problematiche sessuali.

Durante il mio cammino professionale ho raccolto tutto ciò che mi poteva essere utile dai numerosi approcci terapeutici, senza mai perdere di vista il mio obiettivo: la sessuologia.

Costruendo un percorso di intervento pratico che risulti al contempo breve, personalizzato e risolutivo.

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Psicologa, sessuologa e psicoterapeuta.

 

Sono Psicoterapeuta specializzata in Terapia Breve Strategica.

Sono psicologa clinica, sessuologa, terapeuta Emdr e Ipnologo.

Come sessuologa ho studiato i vari approcci terapeutici dal punto di vista della sessualità per fornire un intervento personalizzato ma al tempo stesso breve e risolutivo.

Al contrario dei miei colleghi mantenendo il focus sulla sessuologia sono andata alla ricerca all'interno dei vari approcci di nuovi strumenti utili da personalizzare.

Da 12 anni aiuto le persone a costruire una sana autostima e realizzare i propri obiettivi.

Da 7 anni mi occupo dei problemi relativi alla sfera sessuale e all'attività clinica di psicoterapia.

Da 5 anni sono formatore in diversi corsi di sessuologia, autostima legata alle relazioni amorose e problem solving strategico.

Appassionata di Problem solving strategico, crescita personale ed autostima le ho integrate alla mia terapia sessuologica e clinica.

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