Quando scaricare il partner nello studio del sessuologo?

da | Sessualità

Imbarazzo è quello che provi parlando del tuo problema sessuale nello studio di un sessuologo. Ne faresti volentieri a meno e prima di approdare davanti al professionista provi di tutto sperando sia solo un momento transitorio. Tutto questo rimandare per te non è un grosso problema e diciamolo, te la racconti molto bene pur di non affrontare. Lo stesso non si può dire per il partner perchè per quanto possa essere comprensivo e disponibile ad un certo punto dice basta e prende in mano la situazione. La verità è che  risolvere un problema sessuale può salvare la coppia, che sia esso finalizzato al concepimento o alla naturale vita intima e amorosa.

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Quando si rimanda il raccolto, i frutti marciscono; ma quando si rimandano i problemi, essi non cessano di crescere.

Paulo Coelho

 

Chi, come e quando andare dal sessuologo.

Premessa necessaria ma non obbligatoria: questo argomento è scritto per le coppie, ma come sempre può essere utile anche al single che non si è arreso.

Ci sono problemi sessuali che colpiscono solo chi è in una relazione?

Assolutamente no.

Domanda però molto intelligente del mio ultimo paziente con disfunzione erettile: “mi chiedevo dottoressa come può fare un uomo ad uscire da un problema di erezione se non ha un partner stabile a supporto della terapia?”

Luca ha mi ha posto una domanda davvero intelligente, perchè la verità è che esiste una differenza sostanziale tra chi ha un problema sessuale ed è in una coppia stabile e chi invece si ritrova ad affrontare il problema da single.

Nel primo caso abbiamo due pro e un contro.

Mi spiego meglio.

Partiamo dal contro, dato che è uno solo, il rischio è quello di perdere la persona che ti accompagna da una vita. I pro sono che la terapia è molto più semplice, ma soprattutto spesso è proprio il partner che ti obbliga alla terapia, scaricandoti letteralmente nello studio dello specialista.

Ma passiamo al secondo caso, sono rari i casi in cui al giorno d’oggi puoi trovare la “crocerossina” o la “manager della coppia” e difficilmente incontrerai una persona che ti accompagni per la vita.

Proprio così.

Perchè chi ha un problema sessuale può anche uscire con un partner ma poi al momento di passare all’atto vero e proprio, funambolescamente tirerà fuori un diversivo per eviterà il momento erotico. La prima volta te la puoi cavare, la seconda sembrerà strano, la terza riceverai il definivo saluto, perché la logica è la seguente: “mi dispiace sarai pure bello ma se non balli che me ne faccio.”

Oggi a differenza di tanti anni fa le cose sono cambiate, il mondo è diventato un luogo spietato. Infatti per quanto ci può sembrare che siamo buoni e ci comportiamo bene, la tendenza all’incontro con una persona, il volerla conoscere, dare tante possibilità, essere comprensivi e anche farsela andare bene è giunta al termine.

Spesso l’incontro è finalizzato solo ad avere una rapporto sessuale soddisfacente e se non funzioni, lei si può anche infastidire molto vivendo il momento come un’occasione sprecata e una perdita di tempo. 

Anita è una bella donna, sensuale che emana erotismo da tutti i pori e non le è difficile fare conquiste. A differenza delle coetanee non le piace cercare uomini nelle app da rimorchio, pratica la vecchia scuola del rimorchio in presenza. Preferisce andare sul sicuro, conoscere, flirtare e scegliere con cura la sua preda. Lei ama investire il suo tempo libero nel trovare l’uomo ideale che possa soddisfare e allietare le sue notti. Tutto questo investimento di tempo ed energia non sempre funziona. 

Proprio così.

Anche lei ha dovuto fare i conti con l’impotenza: ragazzo molto più giovane che si vendeva come grande performer alla Rocco Siffredi e invece aveva un problema di erezione, tanto che lei mi assicura di non essersi accorta di nulla mentre questo le ha pure chiesto “ti è piaciuto?”

Era davvero molto arrabbiata e in questo caso l’insulto parte contemporaneamente al blocco del contatto telefonico.

Funziona così.

Se è vero che oggi, le persone con problemi sessuali sono estremante sole, non molto diverso è per loro essere in coppia, anzi molto spesso è anche peggio. Da single puoi comunque scegliere se esporti o continuare ad evitare, indipendentemente da ciò che è meglio fare, mentre in coppia rischi l’implosione della coppia stessa. Tuttavia ogni volta provi e non funzioni, alzi gli occhi verso il volto del partner e sai che arriverà la sentenza, perchè qualunque espressione tu vedi, dalla quella materna a quella comprensiva, alla rassicurante o all’incazzata per te è devastante.

Cosa succede dall’altra parte?

Ricorda che se il tuo partner soffre di un disturbo sessuale, non c’è una frase o una parola di aiuto che tu possa offrire.

La verità?

Comunque fai sbagli!

Parole, espressioni, sguardi, azioni e gesti è tutto poi tradotto del suo filtro personale e non c’è una linea guida da seguire.

Un’errore che puoi evitare è la ricerca spasmodica del “perchè?”, delle spiegazioni o ancor peggio del colpevole.

Voi davvero parlarne ed avere tutte le spiegazioni?

Evita il partner o dialoghi interni dove ti perdi in labirinti mentali dai quali non ne esci più.

Allora a chi chiedere?

Al professionista esperto nel tuo problema, non solo per avere tutte le risposte ai tuoi perchè, ma per avere la risposta al “come” risolvere il problema.

Se capita che anche solo una volta il partner non ha un’erezione sufficientemente potente per la penetrazione, non è detto che stia diventando impotente e allora di corsa dal medico a farsi prescrivere il Viagra (peggio ancora su internet). Pretendendo che il farmaco provochi di per sè erezioni prevedibili e autonome. 

Se è corretto evitare di patologizzare, è altrettanto importante evitare di normalizzare.

All’inizio della relazione il sesso va alla grande, lo pratichi ovunque senza troppe seghe mentali, come fosse lo sport nazionale per eccellenza. Poi le preoccupazioni, gli eventi della vita, i figli, il lavoro,  il graduale calo del desiderio, fisiologico o psicologico, del resto è normale dopo un pò, o almeno è quello che si dice per paura di guardare in faccia la realtà. Diventa comoda tirar fuori tutti i luoghi comuni, le frasi fatte tipiche della coppia stagionata annoiata e poco incline ad una sessualità vista come un accessorio di poco valore.

E lo capisci subito che è così, perchè viene utilizzata la parola che tutti devono temere, pericolosissima e che io obbligo a cancellare dal proprio vocabolario “ormai”.

Ed è così che ti trova davanti ad un bivio e stop ai falsi moralismi!

Puoi riversare tutta la tua frustrazione contro l’altro e contro te stesso.

Diversamente come fanno i più sani di mente: trovi l’amante.

Fortunatamente non tutti sono così.

Ci sono coppie però che ci credono nel loro progetto di vita, che si amano ancora dopo anni, come Tiziana che innamorata persa del suo Sandro portatore sano di eiaculazione precoce, ha trovato il mio numero, ha preso appuntamento e mi ha letteralmente scaricato il marito davanti alla porta del mio studio dicendomi “te lo lascio, aggiustamelo”. Alessandro, innamorato perso del suo Nicola con il quale dopo 10 anni di convivenza stava per convolare a nozze, mi telefonò prese appuntamento, tuttavia spedendo in autonomia il compagno, perchè se il desiderio di trascorrere la vita insieme era ogni giorno più forte, la fiamma del desiderio sessuale si stava spegnendo.

Nel corso degli anni ne ho visti di partner che hanno incarnato il ruolo del corriere di Amazon per una terapia sessuale perchè non accettano la siccità a letto ed è così che afferrano il toro per le corna prima di avere un toro cornuto in casa.

 

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Il sesso non è tutto, ma senza il sesso tutto è niente.

Roberto Gervaso

 

Disastri sessuali ricorrenti: 3 casi di consegna a domicilio.

Parlare di sesso non è un problema se ci troviamo con gli amici o in fase di rimorchio, ma dover parlare delle proprie difficoltà è estremamente imbarazzante.

Quando si prende la decisione di chiedere aiuto?

Nel momento in cui la vergogna di una scarsa prestazione supera la vergogna di rivolgersi ad uno specialista.

Proprio così.

Volgendo lo sguardo al passato, neanche troppo distante, la sessualità era molto semplice, centrata sulla soddisfazione dell’uomo e sul dovere della donna, dove il matrimonio era un contratto inscindibile

L’evoluzione umana, sociale e culturale ha portato ad accrescere e sviluppare un livello elevato di benessere individuale ma anche di coppia, dove la sessualità è il carburante che alimenta la relazione.

Tendenzialmente resta tra i due sessi una distinzione importante, ovvero l’uomo è più restio nel chiedere aiuto e se viene in terapia è sotto minaccia o con forte costrizione, al contrario la donna spesso si trasforma in corriere Amazon 

Le donne voglio fare sesso con il proprio uomo e farlo bene, uscirne soddisfatte e non annoiate.

1. Il maratoneta.

Ci sono umani che passano ore ad accoppiarsi, producendo lo stesso noioso movimento, senza rendersi conto di sfinire dalla noia vagina e proprietaria. Su e giù, dentro e fuori, con leggere alterazioni di ritmo, non si è ben capito se per loro è un modo per entrare in una sorta di trance agonistica che permette di avere una prestazione prolungata nel tempo ma che rischia di far addormentare anche la più focosa delle partner. Questo ricorda molto un comportamento che accade ben noto al naturalista Majerus presso la Cambridge University. Proprio così. E indovina a quale animale appartiene il pene oggetto di studio? No, non è il potente leone o l’elegante tigre. ebbene. è lei, la piccola coccinella maschio che ha la capacità di accoppiarsi per ore con una coccinella femmina morta prima di rendersi conto che qualcosa non va. Riportando il metodo di pompaggio nel mondo umano, nessuna mi ha mai menzionato di essere morta, ma di essersi assopita si, oltre a tutte quelle che nel durante mentalmente pensano alle commissioni da fare, al parrucchiere da chiamare o alla lista della spesa. Ora, per quanto la donna sia riconosciuta come “multitasking” (dal mio umile punto di vista dipende sempre da cosa si intende per multitasking) è stato confermato da una ricerca dell’Università di Groningen, che le donne non possono godersi il sesso se sono nervose, preoccupate o annoiate a tal punto da pensare ad altro. 

Non era il caso di Erika, lei divorziata da poco più di un anno era alla ricerca dell’uomo perfetto, che le potesse far riscoprire quel brivido di passione autentica tra le lenzuola ed è così che incontra Fulvio un bell’uomo, molto sicuro di se, un’imprenditore di successo che aveva sempre la soluzione a problemi e il totale controllo della sua vita.

L’incontro, neanche a dirlo era avvenuto su Tinder, come sempre lui in cerca di sesso e lei in cerca della storia d’amore della vita.

Comunque se l’App del sesso ha molti adepti non si può dire che stessi siano dei grandi amanti.

Sarò breve a differenza dei 50 minuti di coito noiosamente ininterrotto a cui era sottoposta la mia paziente.

Proprio così.

Devo ammettere che si erano accoppiati bene.

Lei con la sindrome della “crocerossina”, dedita ad aiutare l’altro aveva preso sul personale questa missione di aiutare lui che portatore insano della sindrome della “coccinella”, sesso a sfinimento senza considerare se l’altro è vivo, dorme o è deceduto durante il coito.

L’espressione più ricorrente ed elegante, è la seguente: “che palle!” La cosa davvero comica in tutto questo è che Fulvio il problema non lo vede ed accetta di venire in terapia su costrizione o forse ricatto ma senza la minima intenzione di cambiare modalità, perchè per lui il sesso è questo un movimento meccanico e se la donna non prova piacere è un problema suo. Del resto lui era cresciuto con la credenza culturale che ci ha accompagnati fino agli anni 70, prima della legge sul divorzio, dove l’uomo faceva sesso per soddisfare il suo impulso e per la donna era solo un dovere. Psicopatologia e critiche culturali a parte, sono molti gli umani di genere maschile fermamente convinti che la sessualità nasca e finisca con la penetrazione e poco più. Questo in realtà è dato da un’ignoranza nutrita dalla mancanza di conoscenza nei confronti dei proprio e altrui organi sessuali, zone erogene  il tutto condito con abbondante egocentrismo.

La verità?

Come scrive Arthur Schopenhauer: “Se non fossimo così interessati a noi stessi, la vita sarebbe così poco interessante che nessuno di noi sarebbe in grado di sopportarla”, ed utilizzando le parole di Alejandro Jodorowsky: “Nella vita bisogna dialogare e ascoltare gli altri. L’ego è necessario come il guscio dell’uovo che avvolge l’essenza. La faccenda “di uccidere l’ego” è una follia dei guru, che sono sicuramente dei grandi autolatri”.

Tornando alla prestazione sessuale, caro uomo sappi che a nessuno piace avere un martello pneumatico continuamente acceso tra le gambe, serve solo come sedativo e onestamente fa passare la voglia anche alla “tigre del ribaltabile”. Se la donna è interessata a te, si stanca e cerca su internet il numero di un bravo sessuologo. Se la donna è interessata al tuo pene, si stanca e parte l’insulto.

2. Quando il pene gioca a nascondino.

Lei è la prima in classifica con un distacco dal resto delle colleghe di numerosi punti. Niente ricatti, niente minacce, solo azione. Questa meravigliosa moglie Ups, mi chiama dicendomi di dover prendere appuntamento per il marito, le spiego dove si trova lo studio e il giorno dell’appuntamento lei suona il citofono, io apro la porta per accoglierla e lei con un bel sorriso mi dice: “Glielo lascio”, alza i tacchi e se ne va.

Non sapevo se ridere o piangere. L’esemplare umano maschio che avevo davanti sembrava un cucciolo spaurito, di una timidezza unica. Alessio aveva da poco cambiato lavoro perchè l’azienda dove lavorava da vent’anni stava fallendo e il suo stipendio era l’unica entrata della famiglia. Il carico emotivo da sopportare era davvero molto pesante, tutto ciò che aveva costruito, ovvero una minima stabilità economica, un ruolo all’interno dell’azienda con i suoi ritmi e le sue abitudini era improvvisamente crollato e la sua erezione l’aveva seguito.

Aggiungerei: come dargli torto? Al suo pene intendo!

Non è mia abitudine forzare gli uomini a parlare del proprio problema sessuale, soprattutto quando sono stati scaricati nel mio studio come un pacco Amazon, perchè il pene in pena è una delle sofferenze più difficili da sopportare e accettare, cariche di vergogna ed imbarazzo.

In questo caso ho lavorato a 360° sulla persona con le tecniche di Problem Solving Strategico per la gestione dei cambiamenti lavorativi e contemporaneamente ho avviato il protocollo per la disfunzione erettile.

3. La pistola più veloce del west.

Fulvio ha vinto il premio scaltrezza, al contrario. Direi che il premio se lo merita.

Anche lui inviato prepotentemente dalla moglie sotto la minaccia il divorzio.

Lascia che ti racconti.

Una delle tentate soluzioni che l’uomo mette in atto nel momento in cui realizza di avere un problema sessuale è quello di cambiare partner per vedere a chi appartiene il problema. Naturalmente se ho un disturbo sessuale, questo si ripresenta n volte con n partner. Ma nell’immaginario maschile non si sa che film stiano trasmettendo. ecco che allora per togliersi questo dubbio, ci si rivolge alle professioniste del settore.

Povero illuso, non è il sessuologo!

Non siamo così evoluti quando il pene fallato ci annebbia la testa.

Sto parlando delle prostitute!

Si quelle economiche, per fare una prova bastano.

Fulvio lo scaltro, con il pisello più veloce di Milano, aveva ben pensato di fermarsi lungo il viale per un servizio orale, per potersi scagionare dalla sua eiaculazione precoce. Ebbene non fu così, era proprio lui il colpevole e la moglie era stata scagionata dalla prostituta.

Lui non lo poteva sapere, ma la stessa prostituta che aveva scagionato la moglie, due ore dopo avrebbe incriminato lui.

Questo perchè gli occhi della moglie erano finiti su una macchia di rossetto rinvenuta sul pinzo in basso a destra della camicia, proprio all’altezza dell’organo sacro e fino ad allora inviolato del marito.

Lui da maschio ingenuo confessò tutto alla moglie che diventò una furia, che tuttavia non poteva ignorare la disperazione del marito.

La pistola che sparava senza controllo era diventa motivo di separazione tra i due e anche in questo caso fu la moglie che sotto minaccia fece in modo che il marito iniziò la terapia. Fulvio con la pistola più veloce di Milano mantenne il record, risolse il suo problema sessuale in una seduta.

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La sessualità è una cosa fragile, è difficile entrarvi, così facile uscirne. 

Michel Houellebecq

I 4 proiettili da non sparare per salvare pene e partner.

A letto si può fallire in mille modi più uno.

Proprio così.

Questo perchè ho scoperto che non c’è mai limite al peggio e ogni mio paziente arricchisce prima o poi il mio sapere nel mondo dei disturbi sessuali. 

Quando a letto il sesso non funziona, l’aspettativa crolla e ti ritrovi tra le macerie della delusione.

E allora, cosa puoi fare per rimediare?

Che tu sia dalla parte dell’agire o che tu sia dalla parte del subire, sappi che qualsiasi cosa ti viene in mente di dire per mettere la toppa, sarà quella sbagliata e la seconda più ragionata per cercare di dire la cosa giusta sarà ancora peggio. 

Come scrive Wittgenstein: “le parole sono proiettili” è in questo caso possono essere castranti, per questo evitiamo di sparare i seguenti proiettili.

Quando siamo colpiti da qualcosa di inaspettato o che comunque è fuori dal nostro controllo, la tendenza è quella di mettersi a ragionare e cercare una spiegazione utile a farci sentire mano incerti. Davanti ad un pene o una vagina in difficoltà è importante che la mente non si faccia troppi viaggi perchè rischia di perdersi in labirinti mentali dai quali non solo è difficle uscire ma che sono dolorosi e deleteri per la coppia stessa. Partiamo quindi da una serie di miti da sfatare per vivere meglio la sessualità quando questa diventa complicata.

1. Evitare la paranoia del “perchè a tutti i costi”

Se non funziona a letto è perchè…

  1. ha già dato con un’altra persona.” Questa è Cristina, lei era convinta e irremovibile. Cristina a parte, a volte non è del tutto falso, ma solo nel caso in cui il partner in questione soffra di masturbazione compulsiva. Anche qui mi dispiace per Giorgio che non si filava la moglie neanche a pezzi, ma improvvisamente quando lei doveva uscire con le amiche andava in bagno dove si preparava e la salutava facendo sesso. Peccato che non si sincerava neanche di farle raggiungere l’orgasmo. (I dolori delle donne)
  2. non è attratto da me”. Si comincia con tutte le varie svalutazioni possibili e immaginabili: “Non sono abbastanza bella, sexy, seducente, non gli piaccio abbastanza… Questo è abbastanza comune e tutti coloro che hanno ricevuto un due di picche a letto se lo sono chiesto, soprattutto le donne. Semplice loro non hanno il pene e non conoscono il suo funzionamento.
  3. non è più innamorato” L’amore, il romanticismo o l’insicurezza che non è del tutto falsa come affermazione, ma solo e non sempre quando siamo di fronte ad un problema di mancanza di desiderio sessuale.
  4. non vuole un figlio” questo si trova nelle coppie che hanno problemi di concepimento e si concentrano su rapporti programmati e finalizzati esclusivamente alla procreazione.
  5. è egoista” paradossalmente sembra essere maggiormente accettata una difficoltà erettile percepita come una “malattia” che l’eiaculazione precoce percepita come egoismo o mancanza di rispetto. Di solito in questo caso non è infrequente che parta l’insulto.

 

2. Socializzare e consigliare.

“Parla che ti passa”, questo è quanto ci insegna il buon senso e lo si applica quando abbiamo un problema che ci affligge o l’ansia che ci attanaglia. Questo si traduce in un poco funzionale tentativo di risolvere il problema, che lo rende ancora più reale e soprattutto all’inizio quando ancora è piccolo e limitato rischia di ingigantirlo.

Proprio così…

La prima volta che il pene non funziona a dovere, non si alza o muore durante il combattimento o peggio diventa un egoista dell’orgasmo, eiaculando a suo esclusivo piacimento, tu da partner stabile ci passi (apparentemente) sopra, se non sei un partner stabile sii onesto: ci passi sopra ma con la piallatrice. Questo accende in te una sorta di dovere, avvero aiutare a tutti i costi, parlare di quello che è successo per trovare una logica spiegazione in grado di risolvere il problema.

Peccato che non funzioni così. 

Ogni sforzo compiuto nella direzione di aiutare il partner viene percepito da quest’ultimo come un tentativo di “aggiustarlo” e per l’uomo è davvero umiliante.

Ricorda sempre che è molto facile in queste circostanze ferire ed offendere anche se in modo del tutto involontario il tuo partner e se fai parte del copione femminile “manager della coppia” ovvero sei tu a prendere le decisioni anche quelle che riguardano il partner, limita il tuo ruolo di direttrice di collegio perchè potrebbe in questo caso creare uno strappo irreversibile nella coppia. 

3. Rassicurazione

La prima defaillance accende in te il pulsante del 118 emotivo, in questo momento di forte condivisione e intimità diventi materna, accudente e comprensiva, onestamente non so quanto questo possa aiutare ma tranquilla, sappi che dura poco.

è così che cerchi di rassicurare il partner nel peggiore dei modi possibili, ovvero con frasi del tipo: “ti capisco”, “devi solo rilassarti”, “capita a tutti”, “mi è già successo con altri”, “non ti preoccupare”, “vedrai che è solo un momento”, “a me del sesso non importa, possiamo stare insieme anche senza farlo.”

Questo mette te in bella luce e rende l’altro sicuro apparentemente, ma vedi la sessualità è ciò che ci caratterizza come maschio o femmina e senza è come vivere a metà, con il peso ulteriore di costringere chi ci sta accanto a fare lo stesso. Inoltre, chiedere all’altro di rilassarsi o di non preoccuparsi significa agire volontariamente su ciò che è spontaneo da una parte e dall’altra fa sentire ancora più incapaci perchè non riesce a mettere in atto e a controllare comportamenti che per altri sono “normalmente spontanei”.

4. Insistere. 

La cosa che puoi fare per seppellire definitivamente il tuo partner con il suo organo fallato è insistere. Che tu lo faccia perchè hai la sindrome della crocerossina e vuoi salvare il tuo bel principe azzurro o della seducente vampira, che sfoggia biancheria sexy e provocante o si cosparge di creme alimentari per apparire più appetitosa, mi dispiace privarti di questa nobile illusione ma sei prossima al fallimento.

Fai molta attenzione: mai stimolare direttamente un pene flaccido!

Allora non posso fare niente?

Puoi stimolare le zone erogene secondarie che rendono recettive quelle primarie: infatti l’erezione del glande, ovvero la zona erogena primaria, è spesso efficace solo se l’erezione è già iniziata spontaneamente.

Lo stesso vale per le donne che soffrono di disturbi sessuali.

Caro uomo fermati! Evita di puntare alla vagina, perchè lei il corpo femminile non è come quello maschile.

Mi spiego meglio, le zone erogene per la donna sono lungo tutto il corpo, dalla testa ai piedi, per questo la donna tende quando si approccia ad un uomo ad accarezzarlo sulle spalle, braccia o collo, e l’uomo pensa “e allora? perchè mi tocchi qui, vai più giù”.

Al contrario le zone erogene dell’uomo sono tutte circoscritte intorno al suo pene!!!!

Esatto!!!

Ecco perchè lui con la donna durante l’approccia va diretto ad infilare le mani in vagina, e lei pensa “ma che fa questo? così non mi stimola!” 

Dato che i miracoli non sono propriamente umani, desidero che il genere maschile si faccia un bel bagno di umiltà. Non riesco a dimenticare le parole di Thomas, forse dettate dalla presunzione e dall’inesperienza, o più semplicemente dal suo essere “maschio” egocentrico e per nulla l’amante perfetto.

Le parole esatte sono queste: “basta farle sentire che hai c….o duro tra le gambe”.

Mi dispiace non basta.

Quello che eccita molto di più le donne oltre alle zone erogene giuste, è un uomo che cucina per lei, che la fa sentire apprezzata, al sicuro, un uomo che non ha paura, che la bacia e le accarezza tutto il corpo. 

 

Le 3 mosse per sopravvivere al disturbo sessuale del e con il  partner. 

 

Secondo alcuni autori nella fascia dai 30 ai 40 anni l’energia sessuale viene sublimata in energia diretta al conseguimento del successo socio-economico e al potere.

La conseguenza?

Il desiderio sessuale diventa latitante.

Ma questo accade per moltissime altre ragioni, tra cui la reazione a catena di un iniziale disturbo sessuale che si evolve fino a cancellare il sesso.

È il caso di Riccardo, 45 anni, la classica bellezza estiva, abbronzato e con ogni fibra muscolare ben curata e allenata. Ghigliottina da divorzio, che lo aveva reso sempre più insicuro e per questo si stava ritirando dalla sessualità, il suo deficit da erettile si era evoluto nel ben peggiore deficit da desiderio.

Questo non è così raro, pensare che anche Nicola con eiaculazione precoce, iniziava a soffrire di disfunzione erettile prima dei nostri incontri e la successiva conseguenza secondo l’iter seguito dai procedenti compagni di disturbo sarebbe stato la mancanza di desiderio.

Perchè questo accade?

Come si evolvono i disturbi sessuali e soprattutto come bloccare questa evoluzione o meglio involuzione?

Come prima cosa si deve individuare se il deficit sessuale è primario o secondario, perché in una persona con depressione, che ha subito un lutto, la perdita del lavoro è naturale che sviluppi un calo della libido, del resto come dico sempre a tutti noi umani siamo programmati per la sopravvivenza e la riproduzione e non per la riproduzione e la sopravvivenza.

Robert M. Sapolsky professore di Biologia e Neurologia alla Stanford University riporta con evidenze scientifiche come lo stress influenza la sessualità.

Infatti con la comparsa di uno stressor fisici ma anche psicologici inibiscono l’intero sistema sessuale mettendolo in stand-by. La dimostrazione più evidente di come lo stress fisico produca effetti diretti e rapidi sull’apparato sessuale.

Se un uomo subisce un’operazione chirurgica, pochi secondi dopo il primo taglio di bisturi l’asse riproduttivo smette di funzionare. Una ferita, una malattia, la mancanza di cibo, un intervento chirurgico sono tutte cose che riducono i livelli testosterone.

Le donne non sono da meno, infatti anche per loro lo stress può causare problemi all’apparato riproduttivo, da cicli mestruale più lunghi ad amenorrea e può avere ripercussioni sul comportamento sessuale femminile, oltre che su fecondazione e gravidanze.

Che sia stress fisico o stress psicologico è utile chiedere un aiuto, naturalmente spesso sono le donne a farlo e prendono l’iniziativa perchè culturalmente sono coloro che tendono a trovare soluzioni e rivolgersi a specialisti, l’uomo lo possiamo  è molto più restio, lui vuole provarci da solo ma a volte questo può essere molto rischioso.

Il primo passo è fare i conti con la tua debolezza, con il tuo limite, perchè solo quando lo accetti questo smetterà di farti soffrire. Partire dall’accettazione per orientare tutte le tue energie a nutrire e allenare il guerriero che è in te e che lotta dentro di te senza mai fermarsi ma per crescere e migliorarsi.

“Non imparerai nulla se non sarai pronto ad accettare te stesso con tutti i tuoi limiti”

B. Lee

 

1. Coltiva il mantra della curiosa giocosità. 

Fuori o dentro la camera da letto coltivare e apprezzare il contatto disinteressato, piacevole, sensuale, giocoso ed erotico. Comportandovi come se il problema sessuale fosse risolto, toccarvi, accarezzarvi e baciarvi con la consapevolezza che non tutti i contatti possono o dovrebbero sfociare in un rapporto sessuale.

Sfatiamo un altro mito: baci, carezze e coccole non sono preliminari! Le donne a volte (molto spesso) vogliono solo un pò di coccole e i segnali che danno con il loro avvicinarsi non hanno niente a che fare con il sesso. 

Proprio così.

Le donne avendo sviluppato circa diecimila recettori tattili su tutto il loro corpo, mentre gli uomini solo tremila, sono molto più sensibili al tatto. Questo non significa che hanno voglia di sesso ma che alla donna piace tantissimo senza scopi sessuali, ovvero carezze, baci, ma anche tenersi per mano o ricevere massaggi.

In termini evoluzionistici, a differenza delle altre specie animali sembra che la femmina dell’umano è l’unica che ha l’orgasmo (anche perchè nessun animale ce ne ha ancora parlato) ed è sempre disponibile per il sesso, indipendentemente dal periodo di ovulazione o no, ma in verità non sono continuamente preda dell’istinto sessuale come il maschio.

Com’è possibile?

La nostra natura ci precede e ci condiziona, questo è inevitabile.

Sopravvivenza e riproduzione!

Per garantire agli umani questi due principi il maschio è programmato per spargere il proprio seme ed è in grado di farlo anche con esemplari di femmina a lui non graditi (in teoria, perchè io avrei qualche eccezione da presentare). Mentre l’incarico primordiale della femmina di occuparsi della prole, allevandola e proteggendola dai predatori. Come potrebbe farlo al meglio se accecata dal continuo desiderio di soddisfare i propri istinti sessuali, correndo dietro al primo bel maschione che vede? 

Si può ipotizzare che le donne hanno sviluppato un desiderio sessuale più debole per questo motivo, ma solo in un particolare spazio temporale ovvero quando il figlio è neonato ed ha bisogno di cure costanti.  Per evitare di cadere nella trappola pretendere che sia la donna a prendere l’iniziativa o che siamo sempre pronti per copulare è importante coltivare l’affetto giocoso e privo di intenzione sessuale che rafforza la coppia. 

 

2. Ritornare a fare sesso con piacere.

Le persone hanno bisogno di sentirsi amate almeno quanto di nutrirsi, ma hanno anche bisogno di donare amore e il modo in cui lo si fa è ciò che ci fa sentire sicuri di noi.

Importante iniziare a distinguere il voler (dovere) fare l’amore o aver voglia di fare l’amore.

Non è così scontato, soprattutto quando siamo vittima di problemi sessuali.

La percezione di un desiderio chiaro e forte infatti è spesso garanzia di un’erezione o una lubrificazione soddisfacente, laddove il decidere di voler fare l’amore, che spesso nasconde bisogni diversi, può candidare all’insuccesso.

Evitare di cadere nella tentata soluzione del “mettersi alla prova” evitando di effettuare i test drive che porterebbero chiunque al fallimento. 

Riscopri insieme il piacere di sorprendere e sorprenderti attraverso la sensualità, ricominciando a flirtare come due amanti.

Il momento in cui ti concedi e concedi il piacere deve essere dedicato solamente a quello, come se ti preparassi ad un rituale sacro cura anche il contesto, il luogo, tutto in quanto concorre ad alimentare la qualità di percezione del piacere stesso.

Cerca il piacere nell’altro, e ricorda che il piacere è dare, non prendere.

“Nessuno può vivere senza piacere.”

Sant’Agostino

 

3. Pratica lo stile sessuale “parzialmente perfetto”.

Accetta di avere rapporti sessuali che non sempre portano ad avere lo stesso desiderio, la stessa eccitazione e orgasmo.

Evita di pretendere dal partner di essere abile e arruolato in qualsiasi momento o situazione.

Coltiva la seduzione e corteggia il partner ogni giorno. Per primo inizia il gioco di sguardi, sorrisi e ammiccamenti, perchè sono questi i mattoni della complicità che servono a costruire una solida relazione di coppia.

Anche quando il problema sessuale s’intromette nella coppia, mai lasciar calare il sole sulla delusione o ostilità verso il partner, ma volontariamente chiudere la giornata con un gesto intimo e affettuoso nei confronti della persona amata.

Rompi lo schema del sesso perfetto e apri la tua mente ad una nuova visione accettando da una parte di poter avere rapporti solo in parte perfetti e dall’altra creando il tuo stile sessuale “Narrativo”.

La sessuologa Pepper Schwart spiega che “non siamo fatti per avere orgasmi solo con la penetrazione” e una recente dimostra come si può far provare un orgasmo alla donna senza toccarla, a patto che lei sia attratta dal partner in questione. Per le donne infatti raggiungere l’orgasmo non dipende solo da fattori fisici, ma con ciò che accade nella loro testa, prima o durante il sesso.

Come?

Parla delle tue fantasie e fatti raccontare le sue e poi entra nel dettaglio, descrivendo esattamente tutto quello che vorresti fare, come, dove, in che modo e utilizzando il linguaggio per lei più eccitante. Stimola il suo cervello, in qualità di organo sessuale maggiormente attivo nel corpo umano.

Quindi avanti tutta maschi dal pene in pena! 

Slogan elettorale a parte, sono sempre stata convinta di una cosa: le neuroscienze hanno la verità assoluta. Esperti colleghi riconosciuti a livello mondiale o anche chiunque scrive qualcosa e lo pubblica, avvalendosi delle ricerche scientifiche o di studi fatti, è detentore di una verità assoluta.

Mi sbagliavo…

Crescendo all’improvviso tutto è cambiato. Io ho iniziato a studiare ed sono stati bombardata dall’esasperazione dei dati e delle ricerche solo per confermare le proprie tesi. 

Cornelia Fine definisce questo aggrapparsi ed esasperare le neuroscienze per dare una validità scientifica alle funzioni psicologiche come “neurosessimo da cultura di massa” sottospecialità all’interno della più amplia disciplina delle neurosciocchezze. 

Per quanto mi riguarda in questo caso mi avvalgo del filtro: funziona o non funziona? mi è utile o non mi è utile al raggiungimento del tuo obiettivo?

Prendiamo ciò che ti aiuta ad riprendere in mano le redini della tua vita sessuale. 

 

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La sessualità non è un’attività ludica, ma uno stile di vita.

Alexander Lowen

Bibliografia

L.Proietti, Psicologia per Eroi Podcast, “Come gestire in maniera funzionale il piacere?”

C. Fine, Maschi=Femmine, Ponte alle Grazie, 2011, Milano

R.M. Sapolsky, Perchè alle zebre non viene l’ulcera?, Castelvecchi, 2014, Roma

J.K.Zeig, T.Kulbatski, I dieci comandamenti della coppia, Ponte alle Grazie, 2012, Milano

G.Nardone, Cambiare gli occhi toccare il cuore, Ponte alle Grazie, 2007, Milano

G. Nardone, Gli errori delle donne (in amore), Ponte alle Grazie, 2010, Milano

A.Pease, B.Pease, Perchè gli uomini sono fissati con il sesso e le donne sognano l’amore?, Bur Rizzoli, 2010, Milano

 

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Durante il mio cammino professionale ho raccolto tutto ciò che mi poteva essere utile dai numerosi approcci terapeutici, senza mai perdere di vista il mio obiettivo: la sessuologia.

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Psicologa, sessuologa e psicoterapeuta.

 

Sono Psicoterapeuta Ufficiale del Centro di Terapia Strategica di Arezzo.

Sono psicologa clinica, sessuologa, terapeuta Emdr e Ipnologo.

Come sessuologa ho studiato i vari approcci terapeutici dal punto di vista della sessualità per fornire un intervento personalizzato ma al tempo stesso breve e risolutivo.

Al contrario dei miei colleghi mantenendo il focus sulla sessuologia sono andata alla ricerca all'interno dei vari approcci di nuovi strumenti utili da personalizzare.

Da 12 anni aiuto le persone a costruire una sana autostima e realizzare i propri obiettivi.

Da 7 anni mi occupo dei problemi relativi alla sfera sessuale e all'attività clinica di psicoterapia.

Da 5 anni sono formatore in diversi corsi di sessuologia, autostima legata alle relazioni amorose e problem solving strategico.

Appassionata di Problem solving strategico, crescita personale ed autostima le ho integrate alla mia terapia sessuologica e clinica.

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